Il demone della tavola

Mi ritengo un uomo solare con qualche striatura malinconica, sospeso tra presunzione e insicurezza, tipo vorrei avere l’idea del tempo che hanno i bambini. Certe volte ce l’ho. Per esempio, sono certo che il mio corpo ha deciso di invecchiare, inconsapevolmente, senza tenere conto che, per me, di tempo non ne è passato poi così tanto… Uno delle ragioni che mi piace darmi per consolarmi di tanta presunzione è che amo mangiare e bere. Si, sono preda del demone della tavola. Forse per un ingenuo sogno di abbondanza, retaggio culturale o speranza di non provare la fame e la miseria che fu dei miei. Ricordi, fantasia, curiosità, (molta), divertimento, entusiasmo, calma, amore, erotismo … Sono alcuni dei sentimenti che provo sedendomi a tavola. Occhei, siamo ciò che mangiamo, (e anche ciò che beviamo), la mia non è certo una rivelazione! Ma a me sedermi a tavola mi mette di buon umore, (forse per questo non invecchio), perché qualunque cosa assaggio è sempre un viaggio attraverso i sensi, che diventa gesto sociale per eccellenza, nel segno di rinnovarmi, di fare memoria, di fare festa. Mangiare e bere per me è l’arte del vivere l’amore in maniera trasversale. Ho ‘bisogno’ di mangiare e bere, non solo per la ragione naturale del nutrimento. Il mio bisogno eno-gastronomico, (ovvero di mangiare e bere bene), è quello che mi deve far apprezzare il piacere che ne consegue. Un piacere che va oltre la gratificazione del palato. Per me la tavola è l’amore, perché è il luogo di comunicazione, di scambio, di immaginazione. E l’immaginazione è il demone, tenace, che mi fa vivere a colori. Nel cibo e nel vino ci vedo sempre connotazioni simboliche dell’arte, della passione…. Non quelle afrodisiache. No! Ce ne sono fin troppi in giro di fantastici afrodisiaci. Isabel Allende, a tal proposito diceva: “…. l’unico vero afrodisiaco è l’amore…. e le sue proprietà stimolanti sono un lusso riservato a pochi fortunati”. Ecco, io mi ritengo mo(o)lto fortunato!  Ma Allende continuava sul tema dicendo: “… se non si è abbastanza fortunati allora bisogna ricorrere alla varietà…. – al secondo posto per lei come afrodisiaco – “… la varietà rinnova lo slancio amoroso all’infinito e giustifica la poligamia e l’infedeltà”.  Azz! Non ho ancora un appetito così importante per mettere in scena, per così dire, il lusso del desiderio, amoroso o gastronomico che sia, della varietà. Starò invecchiando….!?!?!

6 commenti su “Il demone della tavola”

  1. Fabrizio Camer

    Haimè….. leggere tutto d’un fiato, condividere le sensazioni e le emozioni.che sia sinonimo di invecchiamento? Forse! Anche se nel cuore mio preferisco credere ad un ottimo affinamento.

  2. La Allende ne sa parecchio, questi passaggi letti e riletti a volte per giustificare la mia non fortuna in amore e di conseguenza la necessità di “variare”. Però devo dire che non c’è niente di più erotico che stare a tavola con qualcuno che ami mangiare e bere beatamente e parlare di cibo, vino e altri piaceri. Il legame è naturale e chi non gode del cibo credo viva a metà

  3. MARCO DAL PIAZ

    Caro Maurizio i tuoi post sono solletico per il cuore ed il cervello… riesci sempre a smuovere la passione, l’emozione, l’energia !!!!

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